Natale in casa Cupiello
3 atti di
Eduardo De Filippo
un capolavoro del teatro italiano
regia di
Vincenzo La Camera
la commedia
È la mattina dell’antivigilia di Natale. Luca Cupiello e sua moglie Concetta si svegliano, ma il loro risveglio è reso comicamente faticoso dalle bizze dell’uomo, che si lamenta per il freddo e per il pessimo caffè che lei gli ha preparato. Come ad ogni Natale Luca prepara il presepe con maniacale dedizione, fra l’indifferenza della moglie e lo scherno del figlio Tommasino.
Intanto il clima di festa è messo in subbuglio dai soliti litigi fra Tommasino e lo zio Pasqualino, fratello di Luca, e dalla turbolenta piega presa dal matrimonio di Ninuccia, figlia dei Cupiello, decisa a lasciare suo marito Nicolino per l’amante Vittorio. Concetta riesce a farla desistere da questo proposito, facendosi consegnare una lettera d’addio scritta al genero, ma Luca, che ignora tutto, ne entra in possesso e gliela consegna. Quando per un malaugurato accadimento i due rivali si trovano faccia a faccia per la cena della vigilia, lo scontro è inevitabile e violento. Costretto a un improvviso e brutale confronto con una realtà mai sospettata, Luca, da sempre convinto di aver creato una famiglia felice, ha un ictus che compromette seriamente le sue capacità motorie e verbali. Nel delirio allucinatorio finale, scambia Vittorio per Nicolino e, per un crudele paradosso, inconsapevolmente benedice l’unione dei due amanti. In questo intramontabile classico del teatro di Eduardo, che evolve dal registro della farsa a quello di una disastrosa realtà, affiora la sconfortante immagine di una umanità che si trastulla con le illusioni mentre vive un dramma, con un nucleo familiare che già esemplifica la più vasta esperienza della società, con le sue debolezze e le sue brutture.
l'impossibile arte di vivere tra sogno e realtà
La commedia affronta l’irrisolvibile antinomia tra il mondo del sogno e quello della realtà, tra il rifugio del cuore e della mente e il disincantato travaglio dell’esistente, e lo fa attraverso la prima esperienza di spessore con la quale Eduardo si avvia ad esplorare la crisi dell’ideologia familiare tradizionale.
La città appare lontana, estranea alla vicenda; tutto accade nello spazio claustrofobico della casa, come a sottolineare la perdita di contatto con la realtà esterna e il carattere sempre più asfittico e autoreferenziale che vanno assumendo i rapporti familiari. Il presepio, al cui allestimento il capofamiglia si dedica con passione quasi fanciullesca, è metafora di una realtà immaginaria, rappresentazione impietosa del cortocircuito ideale di Luca: è il luogo mitico, innocente e senza tempo, in cui non esiste il conflitto. Come luogo che accoglie la “Natività”, cioè la “famiglia” per antonomasia nella iconografia della cultura cristiana, esso propone da sempre dei valori immutabili nel tempo ed è proprio in questa sorta di staticità che Luca Cupiello si intestardisce a credere, illudendosi che il presepio possa rispecchiare la sua famiglia (o addirittura il mondo).
A fargli da contraltare è la moglie Concetta che, per quanto opposta a Luca, paradossalmente finisce per somigliargli molto nel suo appigliarsi a una realtà illusoria, mostrando in definitiva di credere a sua volta ad un modello di famiglia in cui i conflitti possano essere minimizzati e seppelliti sotto il tappeto, anche lei aggrappata alla visione di un suo “presepio” e non meno responsabile di Luca dello sgretolamento della famiglia.
E’ così che un percorso iniziato con la farsa e proseguito con la commedia approda al dramma nel modo più crudo, mostrando come la realtà non perdoni nulla a chi vive nel sogno, nemmeno in fin di vita. Le circostanze in cui si consuma il trapasso di Luca rendono quasi plastica la sconfitta della sua utopia: è proprio a lui, infatti, al visionario propugnatore di un’ “armonia universale”, che tocca benedire un estremo schiaffo alle regole e un intollerabile inganno, congiungendo due mani unite non dal matrimonio ma dall’adulterio. E intorno a lui, non meno sconfitta esce la famiglia, insieme sregolato di individui arroccati su egoistiche e meschine posizioni, che solo quando Luca sta male esibiscono quell’affetto e quella sollecitudine da lui inutilmente mendicati per una vita.