Un gioco di pazienza
2 atti di
Manlio Santanelli
una raffinata ragnatela in
paziente attesa della preda
regia di
Vincenzo La Camera
la commedia
Qual è il modello di vita che vale la pena di realizzare?
Una vita intensamente sognata e vissuta molto interiormente vale meno di una vita spesa nella ricerca frenetica di esperienze materiali?
E se in età matura accade di ritrovarsi soli e vulnerabili, è possibile reagire iniziando una nuova vita con spirito giovanile e capacità progettuale?
Come in una divertente partita continuamente giocata sul filo dell'ironia, Ketty e Augusto vanno progressivamente mettendo a nudo le loro ansie, le attese e le speranze di una vita. Attraverso un'altalena di comici bisticci e di teneri riavvicinamenti, i due protagonisti portano in scena una storia scoppiettante e intensa, a tratti commovente.
"Sopra di loro", dalla torretta di un bulldozer, uno strano operaio interviene nella vicenda assumendo l’antica funzione teatrale di deus ex-machina.
un amore che viene da lontano,
come in un gioco di pazienza ...
Con varie citazioni da “La bisbetica domata”, il testo rivela il suo apparentamento con quello di Shakespeare. A Ketty piace identificarsi con Katherina, amata e desiderata da Petruchio, il personaggio che nelle sue segrete fantasie rivive in Augusto.
Ma, come in un sofisticato sistema di specchi, al piano di lettura soggettivo di Ketty si aggiunge quello dello spettatore. Il quale può cogliere come nel passaggio da Shakespeare a Santanelli i ruoli si invertano: qui, in realtà, il vero bisbetico – stravagante, bizzarro, lunatico, brontolone – è Augusto. E’ lui, attaccabrighe con alti e bassi d’umore, il personaggio indocile alle convenzioni sociali, la cui volontà si può domare non affrontandolo direttamente ma accortamente aggirando, come in un gioco di pazienza, le barriere verbali e fisiche che va erigendo a protezione del suo egocentrismo.